Dal 16 al 18 settembre, a Gorizia e Nova Gorica, va in scena Inabili alla morte/Nezmožni umreti, uno degli eventi culturali principali del programma ufficiale della capitale europea GO!2025 realizzato con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia: una trilogia di spettacoli teatrali – due in replica e uno in prima assoluta -, tre radiodrammi in italiano e sloveno e un libro edito da Bottega Errante Edizioni che sarà presentato in anteprima nazionale a pordenonelegge venerdì 19 settembre.
Il primo capitolo teatrale, La Cripta dei Cappuccini, replica martedì 16 settembre alle 19 al Teatro Verdi di Gorizia, mentre il secondo, Alla ricerca della lingua perduta, mercoledì 17 alle 20 e giovedì 18 settembre alle 17 all’SNG Nova Gorica. Giovedì 18 settembre appuntamento alle 20 al Teatro Verdi di Gorizia con il debutto del terzo e ultimo atto, L’alba dopo la fine della Storia, unaproduzione diAssociazione Mittelfest con il contributo della Regione FVG. Si tratta del testo originale e indipendente scritto da Paolo Di Paolo e diretto da Giacomo Pedini che rivedrà in scena gran parte del cast della Cripta dei cappuccini, primo capitolo del progetto transfrontaliero, ad evidenziare il suo proporsi come ideale continuazione della stessa storia, lungo la linea del tempo, e delle vicende che lì avevano avuto inizio. In scena ci saranno Primož Ekart, Francesco Migliaccio, Woody Neri, Alberto Pirazzini, Camilla Semino Favro, Matilde Vigna. Si racconterà, tra teatro e live cinema, tra verità palesi e clamorosi fake, l’entusiasmante e manipolatorio salto nel vuoto degli anni ’90, fino ai 2000.
Inabili alla morte/Nezmožni umreti è un progetto ideato e diretto da Giacomo Pedini per Mittelfest, che, partendo dal capolavoro di Joseph Roth La cripta dei cappuccini, racconta la vicenda del mondo dei Trotta, di epoca in epoca, e dell’Europa centrale con tre diverse storie e spettacoli, ovvero La Cripta dei Cappuccini/Kapucinska grobnica, V iskanju izgubljenega jezika/Alla ricerca della lingua perduta e L’alba dopo la fine della Storia/Zora po koncu zgodovine – tre radiodrammi e un libro. È realizzato con il contributo della Regione FVG, è sostenuto da GO! 2025, coprodotto da Associazione Mittelfest e SNG Nova Gorica, con la media partnership di Rai Radio3, Rai FVG e Radio Slovenija-Program Ars.
L’intera trilogia è raccolta nel volume Inabili alla morte. Tragicommedia di confine, edito da Bottega Errante Edizioni (edizione in italiano e cofanetto speciale in doppia lingua, italiano e sloveno, in tiratura limitata fuori commercio). Il libro sarà presentato in anteprima nazionale alla 26^ edizione di pordenonelegge il 19 settembre alle 21nella nuova location dell’Arena Europa, sulle rive del Noncello, alla presenza degli autori Goran Vojnović e Paolo Di Paolo. L’incontro, inserito nel percorso Parole in scena di pordenonelegge, è un’occasione preziosa di collaborazione fra tre realtà di riferimento della scena culturale del Friuli Venezia Giulia, attraverso un dialogo virtuoso fra letteratura, editoria e teatro, in un contesto decisamente speciale: quello di GO! 2025, Capitale europea della Cultura.
Il programma teatrale prevede tre spettacoli, a cominciare, appunto, dal romanzo di Joseph Roth La Cripta dei Cappuccini e dall’Europa dei grandi imperi (in scena al Teatro Verdi di Gorizia martedì 16 settembre alle 19). Prosegue con due nuove commissioni letterarie, una slovena a Goran Vojnović dal titolo V iskanju izgubljenega jezika/Alla ricerca della lingua perduta in replica il 17 settembre alle 20 e il 18 settembre alle 17 all’SNG Nova Gorica e una italiana a Paolo Di Paolo (L’alba dopo la fine della Storia/Zora po koncu zgodovine) in prima assoluta il 18 settembre a Gorizia. I tre testi diventano anche tre radiodrammi sia in italiano, sia in sloveno. La prima storia narra la dissoluzione del mondo asburgico, del suo mito e della sua civiltà solo in apparenza multiculturale, con un occhio rivolto all’avidità nel nostro presente. La seconda – ambientata negli anni Sessanta – racconta l’Europa della cortina di ferro e dei muri – tra rigidità ideologiche, menzogne familiari e collettive, desideri di rivolta e ossessioni legate alla memoria e all’identità. La terza, infine – ambientata negli anni Novanta – mette in scena l’Europa che vive la caduta dei muri e si illude di una pace e prosperità perpetue, di paradisiaci beni e benessere, mentre si compiono la brutalità e le manipolazioni infinite intorno alla guerra balcanica. Nel frattempo, le tre storie, rispecchiano frammenti dell’Europa in questo nuovo secolo, alle prese con altre incognite e i residui di un passato lento a mutarsi, anch’esso “inabile alla morte”.
Alla ricerca della lingua perduta e L’alba dopo la fine della storia, in versione radiodramma, saranno trasmessi a settembre 2025 su RAI Radio 3 e poi RAI FVG – che li coproduce con Mittelfest. Saranno poi realizzati in sloveno su Radio Slovenija-Program Ars.
“Sono più storie annodate, fatte di sogni ‘illimitati’ e incompiuti, di speranze disattese, fatte di parole che cercano interlocutori e li trovano sordi, o incapaci di ascolto; fatte di domande che – letteralmente – restano senza risposta, davanti a un mutismo ostinato”, racconta l’autore Paolo Di Paolo, in riferimento alle vicende parallele di alcuni personaggi che testimoniano il proseguire delle “storie”, dopo “la fine della Storia”, che pareva essere stata segnata dal crollo del muro di Berlino nel 1989, e poi dalle dimissioni di Gorbaciov e la fine dell’Urss nel 1991. Ma quella fine si dimostrerà non finita davvero, visto che nei Balcani infuriava la guerra, mentre l’Occidente sognava albe di spensieratezze. Tra export di jeans nei Balcani, canzoni di Toto Cotugno, la violenza divenuta racconto nella ricerca di una regista, seguendo diversi fili intrecciati a creare una trama che compone una storia che ci tocca, siamo chiamati a riflettere su ciò che è arrivato in eredità a noi oggi.
“La fine del Novecento – prima del nostro secolo – ha mostrato un nuovo e pericoloso aspetto della fantasia stessa, o meglio dell’immaginazione – commenta Pedini -certo, è sempre qualcosa che ha il potere di plasmare e quindi determinare la realtà, ma può pure travestirla, nascondere i fatti sotto una coltre, un velo sottile e persuasivo di menzogne, individuali e collettive. Ci si sente soli e dispersi come in una fitta nebbia. Mentre si crede di sapere che fare e come, non si sa più bene chi si è e dove. Si finisce per trovarsi alla deriva delle narrazioni più che dei fatti, della rappresentazione dei corpi più che dei corpi stessi. Questo racconta e mette in scena, in una moltiplicazione di piani tra materiale e digitale, tra presunto naturale e artificiale l’Alba dopo la fine della storia”.
Lo spettacolo sarà rappresentato in lingua italiana, con sovratitoli in sloveno e inglese. Per tutte le informazioni e i biglietti: https://www.mittelfest.org/inabili-alla-morte-nezmozni-umreti-spettacoli/
I PRIMI DUE SPETTACOLI IN DETTAGLIO:
La cripta dei cappuccini, con l’adattamento dal romanzo curato da Jacopo Giacomoni e Giacomo Pedini, anche regista dello spettacolo, ha avuto la sua prima rappresentazione a Gorizia l’11 maggio 2024, e replicherà il 16 settembre 2025, sempre al Teatro Verdi. Protagonista, nel ruolo di Francesco Ferdinando Trotta, Natalino Balasso, in un cast di attori che vede in scena anche (in ordine alfabetico) Nicola Bortolotti, Primož Ekart, Francesco Migliaccio, Ivana Monti, Alberto Pirazzini, Camilla Semino Favro, Giovanni Battista Storti, Simone Tangolo, Matilde Vigna.
Alla ricerca della lingua perduta, con la scrittura originale del drammaturgo e romanziere sloveno Goran Vojnović e la regia di Janusz Kica, ha avuto il suo debutto il 14 novembre 2024 al SNG di Nova Gorica. “È un racconto sull’inaffidabilità della memoria. La memoria che ci abbandona, la memoria che ci inganna, la memoria che ci divide. È un racconto del passato e dell’oggi, del passato che non è mai riuscito a diventare passato e del presente, soffocato dal passato”, commenta l’autore. Racconta la storia di due fratelli che, da giovani, hanno preso strade diverse e ora vivono ciascuno su un lato del confine italo-sloveno. Il primo era un fascista convinto, il secondo era un membro del movimento partigiano e ricopriva un incarico nell’amministrazione jugoslava. La storia inizia quando il primo ha un ictus e inizia a parlare nella lingua della sua infanzia, che il figlio non capisce, e l’unica persona che può aiutarlo è la governante che realizza il suo desiderio di incontrare il fratello. Per entrambi i fratelli e per la persona a loro più vicina, si tratta di un emozionante confronto con il proprio passato e con sé stessi. Lo spettacolo sarà di nuovo in scena a Nova Gorica il 17 e il 18 settembre 2025, sul palco Radoš Bolčina, Francesco Borchi, Urška Taufer, Aleš Valič, Vesna Pernarčič, Matic Valič, Lara Fortuna, Gorazd Jakomini.
LA RADIO
La Cripta dei Cappuccini è stato trasmesso a giugno 2024 versione italiana, aprile 2025 versione slovena
Alla ricerca della lingua perduta sarà trasmesso a settembre 2025, nella versione italiana e slovena.
L’alba dopo la fine della storia sarà anche trasmesso a settembre 2025 nella versione italiana e slovena.
Le versioni italiane sono una co-produzione Mittelfest con Rai FVG per Rai Radio3
Le versioni slovene sono una co-produzione SNG Nova Gorica e Radio Slovenija – Program Ars.